12 dicembre 2013

DLR Science Slam 2013



Una presentazione "particolare" sui vari tipi di sensori per l'osservazione della terra dallo spazio.

Göttingen, 5 dicembre 2013.

9 dicembre 2013

DLR & Turuzzu

Cari amici,

interrompo il diario di viaggio per rispondere alle 4 o 5 persone che mi hanno chiesto che faccio in Germania... ecco dove lavoro:



Questo video e' stato usato come presentazione del nostro gruppo alla finale del concorso DLR Science Slam 2013. Prossimamente mettero' il video della nostra esibizione in inglese e se ce la faccio lo sottotitolo in italiano....

22 ottobre 2013

Iran, part 1: Vivo per miracolo

Cari amici,

come voi tutti sapete l'Iran e' un posto pericolosissimo, pullulante di loschi figuri muniti di barba, turbante, corano e accendino usato per bruciare malcapitate bandiere degli USA, che nel paese sono in via d'estinzione.

Naturalmente se sto scrivendo questo post vuol dire che sono sano e salvo, ma questo non significa che non abbia corso seri pericoli. Ho raccolto nel collage sottostante le testimonianze fotografiche dei momenti in cui la mia incolumita' se l'e' vista brutta.

Incontri pericolosi in giro per l'Iran

Se non siete gia' stati sopraffatti dall'aggressivita' e intolleranza che sprizza da tutti i pori digitali di queste foto, potete continuare a leggerne la descrizione, partendo dalla foto in alto a sinistra.
  1. Mercante di Isfahan prova a farmi fuori con dei pistacchi avvelenati e/o drogati. Io mi dimentico che sono drogati e li mangio lo stesso. Per mia fortuna con gli anni in Germania ho sviluppato una resistenza non comune all'intossicazione alimentare, e sono diventato piu' resistente di Napoleone ai veleni. Me la sono cavata con un paio d'ore di aerofagia, ma per un attimo ho visto gli alberi dalla parte delle radici.
  2. Cellula di Al Qaeda locata a Yazd mi minaccia di morte. Sono riuscito a tenerli a bada donandogli un pacco semivuoto di biscotti (in mano al terrorista con maglietta blu). Mentre erano impegnati a dividere il bottino mi sono eclissato fuggendo a gambe levate.
  3. Accerchiato da un gruppo di fondamentalisti di Fahraj armati di teiera bollente. Ma io so come amministrare il dolore ed ho evitato di ustionarmi uscendo illeso dal loro covo.
  4. Stregone persiano di nome Massoud prova ad ipnotizzarmi strimpellando melodie ancestrali sul suo sitar incantato, ma io suono peggio di lui e l'ho lasciato privo di sensi.
  5. Sconosciuto di Isfahan che afferma di chiamarsi Reza mi ferma per strada per offrirmi un succo di frutta avvelenato. Se avessi rifiutato si sarebbe insospettito, scolo dunque il fluido senza peraltro riuscire ad identificare il misterioso frutto. Le mie gia' descritte doti mi hanno consentito di sopravvivere ancora una volta. Reza & famiglia dimostrano nella foto tutto il loro disappunto.
  6. Sedicenti studentesse dell'universita' di Qazvin provano in tutti i modi a farmi fuori in un viaggio di due ore in macchina, prima con le solite armi (acqua e frutta avvelenate), poi con la tortura mostrandomi una serie interminabile di fotografie. Sono stato salvato in extremis dall'autista che le ha abbandonate per strada proprio mentre stavo per soccombere.
E purtroppo non ho le foto delle persone che mi hanno invitato nei loro antri a pranzo o a cena dopo una chiacchierata di 5 minuti, quelle che mi hanno regalato feticci ed idoli d'artigianato, quelli che hanno rifiutato di farmi pagare il biglietto dell'autobus perche' mi consideravano loro "ospite", termine probabilmente riservato alle vittime predestinate. Ma nonostante tutto sono ancora qua.  

Quindi occhio guaglio', se restate soli come e' successo a me state in campana, portatevi appresso un corno antimalocchio, un'arma bianca, una bibbia e un peperoncino per purificare stomaco e anima. E guardate sempre a destra e sinistra prima di attraversare, che a parte gli scherzi e' l'attivita' piu' pericolosa da fare in Iran!


21 ottobre 2013

Diario di viaggio: Epilogo (gli amici della notte) & Prologo (gli amici barbuti)

Cari amici,

giusto per il gusto di essere il primo nella storia a farlo, quest'oggi vi propino simultaneamente un epilogo & un prologo al mio diario di viaggio.

Epilogo (Costa Rica)

Ho smesso di scrivere giusto mentre molti di voi si stavano finalmente appassionando alle mie scorribande in America centrale. E purtroppo non c'e' stato spazio per descrivere gli incontri con tanti amici... i piu' interessanti venivano fuori di notte, come l' ex-spacciatore-diventato-parrucchiere che si era innamorato di me:

"Vieni a casa mia che ti taglio i capelli gratis e ti mostro la mia collezione di armi da fuoco!"

Oppure questo simpatico abitante della foresta:

Ammetto di averci messo un poco ad assimilare la corrispondenza "peloso & grosso = innocuo"

O le tartarugone che nel parco nazionale di Tortuguero arrivano la notte a scavare buche e deporvi centinaia di uova, ognuna grande quanto una pallina da golf:

Jamu a scavari!

Insomma, la sera c'era davvero da divertirsi, altro che andare a prendersi na birra alle Off che nemmeno c'hanno la Brasilena.


Prologo (Iran)

A breve seguiranno post (irregolari e sconclusionati come sempre) sulla Repubblica Islamica dell'Iran e i suoi meravigliosi abitanti, barbuti e non.

Per questo nuovo diario di viaggio avrei voluto fare le cose per bene ed aggiornare il blog giorno per giorno sennoMiDimenticoTutto, ma il simpaticone dell'Ayatollah ha pensato bene di rendere qualunque risorsa internet inaccessibile dall'Iran, da repubblica.it ai video di Matteo Montesi, passando per questo modestissimo blog.

Forse mi temevano per via del fato avverso di Robert Sheldon Lady, arrestato a Panama per colpa nostra? O piu' semplicemente non apprezzavano il molto fumo e poco arrosto caratteristico del vostro amato blog? Probabilmente non lo sapremo mai, fatto sta che ogni tentativo di accesso veniva dirottato su questa simpatica pagina:


Tutto chiaro??

A presto e stay tuned: chi cambia canale e' un infedele!

26 agosto 2013

Dal B Club al Twiga


Cari amici,

Nonostante siano passati 3 anni da quando è stata scritta questa canzone e le feste al Twiga non ci siano più...
Nonostante l'estate sia agli sgoccioli...
Nonostante abbiamo solo mezzi di fortuna per registrare e a volte stoniamo...

...non ci stancheremo mai di andare dal B Club al Twiga, perché siamo dei veri fighi! 





16 agosto 2013

Dialogo con tamarro senza senso dell'umorismo













Mentre faccio la fila per compare una Brasilena in noto locale litorale del gizzerese.
Personaggi: io, il tamarro & il barista.

(Tamarro) Cumpà dunami 2 cocktail che sono il nipote di Gianfranco (nome modificato ndr)

(Barista incredulo) Scusa ma io che ne so se è vero? E pure se fosse perchè ti dovrei dare 2 cocktail?

(Tamarro) Ma vieni là che te lo dice lui!

(Barista scocciato) Ma come faccio a venire che sto lavorando? Fai venire lui...

(Tamarro) E illu mancu po biniri! Dunami sti cocktail, ja....

(Mi intrometto io) Scusa, eh, ma vai da 'sto Gianfranco, fatevi na foto assieme col cellulare con Gianfranco che sorride e fa segno OK e poi torni e gliela mostri al barista..

(Tamarro) TU FATTI I CA&çI TUA!! Ma chini ca§£u si??

(Io) Oh io per te lo dico, figurati a me chi mi ndi veni..

(Tamarro) Ma non l'hai capito che noi qua siamo di afterhour?

(Io mentre cerco di decriptare la frase) Ah va beh, se siete di afterhour mi faccio i ca§£i miei...

13 agosto 2013

Summer 2013: Frequently Asked Questions (FAQ)














Cari amici,

la mia estate è appena cominciata e dunque ho stilato questa lista di 10 domande frequenti per tutti gli amici del blog che si aggirano nel lametino. Costoro potranno così risparmiare tempo e fatica evitando di rivolgere le stesse domande al sottoscritto.

1) Quando sei sceso?

Classica domanda apripista, preambolo di qualunque situazione smalltalk. La sua genericità vi permette di utilizzarla anche con quello che mo non mi ricordo in che città vive o che fa o finanche come si chiama.

Risposta: il 10 agosto. 

2) Quando te ne vai? 

99 volte su 100 segue la domanda precedente. Permette di inquadrare cronologicamente l'interlocutore e di stimare il numero di volte che si potrà malauguratamente incontrare all'Henry Morgan o sul lungomare di Falerna.

Risposta: il 2 settembre.

3) Aaaaaah, quindi stai un poco?
Domanda retorica che in genere segue le prime due. Se le vacanze appena calcolate sono più lunghe di quelle dell'inquirente, in genere con l'Aaaaaaaaaah si intende "vafattistrabenediciri".

Risposta: sì. 

4) Che si dice in Germania?
Qua si entra nello specifico. L'interlocutore vi fa sottilmente intendere che qualcosa di voi dopotutto se la ricorda.

Risposta: Quello che si dice qua però in una lingua incomprensibile

5) Ma là se ne trova lavoro? Se vengo me la dai una mano?

Se avessi un euro per ogni volta che me l'hanno chiesto potrei fare di mestiere quello che si fa domandare 'sta cosa, e potrei consigliare questo lavoro agli interlocutori a mo' di un'oscura catena di S. Antonio. 

Risposta: Sì a entrambe le domande, ma tanto non vieni.

6) Ci sei andato all'Oktoberfest / ma là la birra è n'atra cosa / ma là un ci nd'è crisi / è vero che non c'è manco na carta 'nterra / u tedescu è difficile / d'inverno fa freddo?
Qua sono abituato a rispondere automaticamente, quindi se mi fate una domanda tipo "non è vero che il tedesco non è una lingua non difficile" al 90% mi fregate.

Risposta: Si

7) Ma là che mangiano?
Domanda che mi viene puntualmente rivolta mentre mi sto quasi abituando a pesce spada, arancini e fichi appena raccolti. La risposta è quindi in genere accompagnata da sguardo pregno d'odio.

Risposta: Maiale, patate e cavoli in tutte le combinazioni possibili.

8) Che dicono là di Berlusconi?
 In genere domandata da chi con Berlusconi non simpatizza e si aspetta la risposta perchè i costumi di Silvio mal si sposano con la bacchettosità crucca.

Risposta: Diciamo che vengo deriso quasi quotidianamente.

9) Visto che sei lá, me li trovi 12 biglietti per Bayern - Juve (o Mian, Napoli, Inter...), possibilmente sottoprezzo in tribuna, un posto per dormire dove si spende poco e si sta al centro in stanze da minimo 30 metri quadri, il biglietto dell'aereo per venire nel migliore dei modi però passando da Roma perchè poi vado con degli amici direttamente da là e senza dovermi alzare presto o aspettare troppo a Roma o pagare più di 100 euro, e una sciarpa originale del Bayern Monaco?

Risposta: Quando hai sfregato la lampada ti avevo detto che ne avevi a disposizione 3, hai sforato!

10) Ma quante Brasiliene ti stai bevendo?

Risposta: La Bibicaffè non c'è più e non ho molta scelta. Viditi i cosi tua!!


25 luglio 2013

Il mito delle banane Chiquita

Diario di viaggio, part 7

 
Cari amici,


Alcuni tra i momenti piú neri della vita sono quelli legati alle grandi delusioni. Come quando ognuno di noi ha scoperto la molteplicita' dei ruoli di mamma & papa', che includevano Babbo Natale, la Befana e il topolino dei denti. O quando notavi che il fantasma della "casa rosa" a Caposuvero doveva essere particolarmente schivo, ma piu' probabilmente se l'era inventato Mauro. E che gli smeraldi e i topazi che avevi raccolto per anni in lunghe scarpinate sulla spiaggia null'altro erano che cocci di bottiglie rispettivamente di Nastro Azzurro e Peroni o Moretti abbandonati da qualche beone e levigati con grande pazienza dal Tirreno.

Sempre per non parlare dei falsi miti dei quali ti convincevano, tipo impara na canzone di Bon Jovi alla chitarra che becchi sicuro.

Eppero' non tutte le sorprese erano sgradevoli: si scopriva che non esistevano nemmeno personaggi che incutevano timore come Satana, Skeletor, o il figlio di Colloca. Quest'ultimo merita una descrizione a parte: si tratta di un fantomatico bambino utilizzato per 40 anni come spauracchio da mio nonno, prima con i figli e poi con i nipoti, per tenerci buoni. Il povero figlio di Colloca per quasi mezzo secolo si e' dedicato a varie attivita', tra le quali ricordiamo:
  • Sporgersi dal balcone
  • Attraversare la strada senza guardare a destra e sinistra
  • Restare in bilico sulle gambe posteriori della sedia
  • Fare il bagno dopo mangiato / allontanarsi in maniera scriteriata dalla riva
  • Scavalcare cancelli /arrampicarsi sugli alberi
  • Andarsi a prendere un gelato da solo al Bar Pino
e ci aveva quasi sempre rimesso le penne, quando gli andava bene lo rapivano. Il fatto che il sempreverde figlio di Colloca non avesse un volto ne' un nome di battesimo lo rendeva ancora piu' inquietante, e contribuiva a farci passare la voglia di emularne le prodezze. Poi naturalmente con il tempo la sua efficacia pedagogica veniva meno, sostituita dalla consapevolezza che purtroppo dall'aldila' non si puó tornare a piacimento... visto che la probabilitá che si chiamasse Lazzaro Colloca e avesse agganci particolari era francamente bassa.

Ma in questa girandola di sogni infranti a volte nella vita capita di prenderci una piccola rivincita, ed e' quello che mi e' successo quando, avvicinandomi alla costa caraibica del Costa Rica ho visto questo:

Le mitiche piantagioni della Chiquita

Mille ricordi mi hanno preso d'assalto: quaderni e bicchieri di plastica decorati da file alternate di bollini Chiquita / Del Monte, merende, battute a doppio senso da seconda media,  pistole sostitutive per giocare agli indiani nelle trasferte in ristoranti noiosi. E gli alberi che producevano quei frutti gialli e blu, ancora verde speranza e senza bollino, erano proprio li'... con ogni casco scrupolosamente avvolto in una busta di plastica (naturalmente blu) per una crescita ottimale del suo contenuto. E chissa' se quelle buste riciclate sarebbero diventate poi bollini?


Colori inediti

A volte viviamo qualcosa che per il bambino che eravamo sarebbe stata magica, e una parte di quella magia ci raggiunge e ci permea, come la fredda mano della mietitrice raggiungeva e agguantava mensilmente il figlio di Colloca. Beccati questa, Babbo Natale!


PS Essendo stato costretto da madre natura a trovare sollievo utilizzando uno degli alberi in questione, vi consiglio di rifornirvi dall'uomo del monte per i prossimi mesi...


La zona di espletazione delle mie funzioni fisiologiche

24 luglio 2013

Diario di viaggio, part 6: Vulcani


Cari amici,

I vulcani sono 'vivi' e assomigliano piu' di quanto si pensi alle persone. Io li raggrupperei in queste categorie:
  • Quelli che borbottano e abbaiano ma non mordono.
  • Quelli che devono sempre stare al centro dell'attenzione.
  • Quelli che sono fuoco sotto cenere.
  • Quelli che hanno i complessi di inferiorita' perche' sono piccolini, allora fanno continuamente casino come i chihuaua.
  • Quelli che hanno deciso di tagliare i ponti con tutti e diventare anonime montagne, e non rispondono piu' alle telefonate ne' ai messaggi su Facebook.
  • Quelli che si arrabbiano una volta sola, ma quando lo fanno meglio starne lontani.
A quest'ultima categoria appartiene il vulcano Arenal del Costa Rica, che nel 1968 espresse la sua solidarieta' ai moti studenteschi in Italia radendo al suolo un'area di oltre 200 km quadrati. Oggi li' si trova questo lago artificiale che fornisce energia idroelettrica a tutta l'area circostante:
Vulcano Arenal: lato A, la laguna.

Il piu' grande flagello della zona non e' il seppur pericoloso vulcano: la gente e' terrorizzata soprattutto dalle orde di turisti americani. Questi, dopo aver viaggiato per 4 ore per strade sconnesse dalla capitale del Costa Rica, si aspettano di trovare un miniarmageddon di esplosioni, fiamme e lapilli e invece trovano solo una montagna che se va bene non ha la cima nascosta nelle nuvole e si vede che sputa fuori un po' di fumo. Dopo questa delusione i gringos non lasciano piu' mance alle guide ne' ai ristoranti della zona, cominciano a consumare noci di cocco ripiene di rum a profusione e scatenano risse per tutti i bar della laguna.

Vulcano Arenal: lato B.

Che poi l'Arenal nemmeno ha una lava degna di questo nome, quando si arrabbia si esprime principalmente arringando massi incandescenti, magari meno spettacolari ma ancora piu' pericolosi.

In ogni caso vi lascio con un saggio consiglio: non importa se vi trovate al cospetto del quasi bonaccione Stromboli o del meno appariscente ma piu' pericoloso Arenal... meglio tenersi amico qualunque vulcano, un po' come si faceva con i tamarri che mpinnavano sul corso, quando ancora non c'erano le palme ne' il pave' (cit.).

19 luglio 2013

Sorry, Robert!


Cari amici,


Mi spiace se per colpa mia qualcuno e' andato in gattabuia: sembra che un nostro lettore, l'ex-agente della CIA Robert Seldon Lady, ricercato dal governo italiano per il caso Abu Omar, sia stato arrestato oggi proprio al confine di cui vi ho parlato qui. Sembra che l'abbiano sgamato perche' (sicuramente seguendo i nostri consigli) non ha pagato l'imposta per uscire da Panama.



Robert Sheldon Lady, ex-latitante nonche' affezionato lettore del nostro blog.

Sorry Robert, con me ha funzionato! I will bring you oranges and the Settimana Enigmistica every week.


Fonte: 
http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=46955&typeb=0&Abu-Omar-Selon-Lady-arrestato-con-una-donna-colombiana

Il post incriminato:
Diario di viaggio part 3: Confine

16 luglio 2013

Diario di viaggio, part 5: Il dibattito politico a Panama

Cari amici,

Giunti fin qui vi chiederete: ma questo qua ha fatto un blog su un viaggio in America centrale e parla di finanza, sport, alimentazione e infrastrutture? E dov'è la cosa piú importante? Eccovi accontentati, amici e amiche scalpitanti, con questo post sulle prossime elezioni amministrative a Panama. 


Dovete sapere che a Panama c'e' una sistema bipolarizzato dai celeberrimi partiti Partido Revolucionario Democratico e Cambio Democratico, secondo un signore locale poco distinguibili non solo nel nome ma anche nei fatti.  Mi e' subito venuto in mente il Fronte Popolare Giudeo contrapposto al Fronte Popolare di Giudea dal mitico film Brian di Nazareth, che grazie ad Antonio scoprii gia' in tenera eta': se voi non l'avete ancora fatto rimediate al piu' presto, se non vi piacera' sara' mia premura ripagarvi di tasca mia il dvd (o il costo di internet fino a 2 ct a Megabyte). Intanto questa e' la scena in questione:



E questi sono i blasoni dei partiti:



Ora non chiedetemi per che cosa sta l'11, magari qualcosa collegato al calcio, non lo so. Ecco la sgarrupata sede elettorale del PRD a Bocas Town, Panama. Lo slogan "Dilo como quieras pero dilo: Benicio lo hizo" --> "Dillo come vuoi ma dillo: Benicio l'ha fatto" e' irresistibile (clicca sulla foto per ingrandire).



Ed ecco un esempio della campagna degli antagonisti del CD, sotto la quale campeggiano i cartelli "Proibito buttare spazzatura nel parco" e "Proibito portare il cane a defecare nel parco".



Quella sera stessa per caso mi sono imbattuto in un dibattito tra i due antagonisti che mi ha subito rapito. Il pomo della discordia erano naturalmente le banane: uno dei due partiti (non ho capito quale) sosteneva che bisognava bonificare dei terreni paludosi per aumentarne la produzione e creare posti di lavoro. Per l'altro la cosa piu' urgente era evitare i numerosi furti compiuti da loschi figuri che sono soliti piegare gli alberi di banane rischiando di danneggiarli per trafugarne gli ambiti frutti. L'oratore raccontava poi che anche le banane del suo terreno privato scomparivano spesso in questo modo, e che i posti di lavoro si dovevano creare con dei sorveglianti speciali di banane che di notte avrebbero dovuto fare le ronde per le piantagioni della Chiquita.

Adesso chi avesse ragione non lo so, ma ho potuto trarre delle mie conclusioni alla fine del confronto:
  1. Ho capito tutto.
  2. Mi sono divertito.
Quindi direi che il dibattito politico a Panama vince contro PortaaportaBallaroMatrix almeno 2 a 0.

PS Ogni riferimento a partiti italiani realmente esistiti/accaduti con i termini "Partito" e "Democratico" nel nome e contraddistinti dal non contraddistinguersi e' puramente casuale.

14 luglio 2013

Diario di viaggio, part 4: Italia-Spagna


Cari amici,

in ogni viaggio che si rispetti capita almeno un imprevisto o un'esperienza spiacevole, soprattutto se non viaggiate con Alpitour. In passato mi sono capitate varie cose tra bombole d'ossigeno sull'Himalaya, incontri ravvicinati con squali, vie smarrite in luoghi impervi e dove il cellulare non piglia: ma esperienza di gran lunga peggiore e' stata guardare la partita Italia-Spagna in questo bar di Gainesville, ridente cittadina della Florida del nord.


Voi tutti sapete com'e' andata a finire, e poi chi se ne frega della Confederations Cup, giustamente... ma mentre voi avrete visto la partita circondati dall'affetto di amici e parenti, io mi trovavo da solo in questo bar in compagnia di questi simpatici personaggi:
  1. Uno che alle 3 era gia' ubriaco fradicio e continuava a lamentarsi che dopo 45, dopo 90, dopo 120 minuti ancora stavano 0 a 0, che che sport e' questo, che il golf e' molto piu' emozionante. Sono riuscito a mantenere un sorriso falsissimo cosi' almeno non ho dovuto ribattere.
  2. Un signore che giocava al biliardo col figlio e ogni 10 minuti si avvicinava e mi ripeteva che l'Italia senza Roberto Baggio non e' la stessa (c'hai ragione ma sono italiano, mica malato di alzheimer che me lo devi ricordare tuttuncuntinuo).
  3. Un tavolo con 4 ragazzini che hanno messo a dura prova la resistenza delle sedie del locale e si stavano strafogando di ali di pollo alle 4 di pomeriggio emettendo rumori molesti.
  4. Il figlio del padrone del locale che tifava Spagna e guardava in un altro monitor dove la partita si vedeva 5 secondi in anticipo, quindi ogni volta che qualcuno si avvicinava all'area di rigore dovevo usare una mano per eliminarlo dal mio campo visivo onde evitare spoiler.
  5. Un ragazzo di colore che pure tifava Spagna perchè aveva un bisnonno spagnolo o qualcosa del genere, ma era probabilmente la prima partita di calcio che guardava in vita sua. Si è piazzato vicino a me e ha passato mezza partita a chidermi le regole: "Se si appoggia a terra con la mano è rigore?", "Quello ha preso 2 volte il palo (una era il replay)?" "Che succede se rimangono 0 a 0?".. E soprattutto dopo il quinto rigore: "Ora che succede, tirano altri 5 rigori a testa?".
Immaginate di assistere ai rigori in suddetta compagnia, è stata una sofferenza unica. Dopo il sesto (come sapete sbagliato da noi e realizzato dalle furie rosse) sono stato assalito dal terrore di ricevere commenti/pacche sulle spalle/domande su chi avesse vinto e chi avesse perso.. ho preso lo zainetto e sono schicciato fuori come un razzo.

* Fine modalita' seriosa, inizio modalita' faceta *

Appena uscito dal locale, vengo colpito in pieno da una pallonata. Un pallone di calcio a Gainesville? Dove tutti parlano solo della squadra locale di football americano e non ho visto nemmeno l'ombra di un campo di calcetto? Ho preso il pallone in mano e l'ho guardato... "Adidas FIFA Confederations Cup 2013, Official Match Ball". Ed ho capito da dove arrivava...

* Fine modalita' faceta, reinizio modalita' seriosa *

Bonu', hai quasi un anno di tempo per allenarti a tirare i rigori, vedi che devi fare!

12 luglio 2013

Diario di viaggio, Intermezzo confuciano

Cari amici,
 la mattina del 29 giugno stavo guidando in Florida:



La mattina del giorno dopo ho scattato questa foto in Costa Rica:



E mi e' venuto in mente quel vecchio adagio che dice piu' o meno: "Il sentiero meno battuto e' sempre quello piu' interessante". In effetti in Florida ho fatto solo due foto in una settimana.

Avevi proprio ragione, Confucio! O era Bob Frost...?

11 luglio 2013

Diario di viaggio, part 3: Confine (tuttattaccato e senza spazio dopo la terza lettera)


Cari amici,


vi ricordate di quando attraversare i confini tra i paesi era ancora emozionante? Ricordo che ero bambino e stavo tornando in macchina con i miei genitori in Italia dall'Austria, dove avevamo comprato non so cosa che costava di meno...forse una macchina fotografica? Insomma, arrivati alla dogana papa' mi disse di metterla sotto il cuscino dove mi facevo delle lunghe dormite sul sedile posteriore della macchina, ed io ero letteralmente terrorizzato. Immaginavo che ci avrebbero fermato, mi avrebbero puntato una torcia in faccia e fatto due domande, ed io sarei rimasto paralizzato dal terrore e non avrei spiccicato una parola rivelando la nostra colpevolezza. Poi avrebbero subito trovato il malloppo, ci avrebbero arrestato ed io non avrei piu' rivisto i compagni di scuola ne' i nonni ne' niente fino alla mia scarcerazione dopo qualche decennio.

Adesso per rivivere l'emozione di essere controllati e cercare di portare di soppiatto articoli che andrebbero dichiarati bisogna andare a comprare qualcosa in Svizzera, dove tra l'altro vi fermano solo se avete particolare fortuna. Ma se gli svizzeri vi stanno antipatici perche' sostengono che la loro ricchezza venga dal formaggio e dagli orologi a cucu' invece che dalle loro ambigue banche e da una secolare tradizione di fatti i ca§#i tuoi che campi cent'anni, questo blog viene in vostro soccorso per proporre un'alternativa valida a tutti i nostalgici delle frontiere dove non ci si annoia (cari amici svizzeri che frequentate il blog, si fa per ridere, eh!)... 

Ecco il fiume Sixaola, che separa la parte orientale del Costa Rica dalla citta' di Guabito a Panama. Bello, eh?


Ed ecco il ponte che dopo aver sbrigato le pratiche burocratiche vi permettera' di oltrepassare, rigorosamente a piedi, questa meravigliosa barriera naturale.


Dunque, prima di avventurarci possiamo scorgere questa simpatica targhetta che ci tranquillizza subito: stiamo per attraversare un ponte modernissimo, anche se non ci hanno messo mano dall'inaugurazione che pericolo ci puo' essere?



Mmmh.. sembra che una volta da qui ci passasse il treno. Mi informo e mi dicono che effettivamente fino a 20 anni fa ci passavano treni che trasportavano banane da Panama al Costa Rica, da dove venivano poi smistate in tutto il mondo. Ok, 20 anni fa? Ancora c'era Holly e Benji in tv? E che ci fa ancora la' sta ferrovia arruzzata con contorno di erba gramigna? E sbaglio o manca qualche asse di legno qua e la'..? Ma no, sara' un'illusione ottica! Controlliamo meglio...


Vedete, la gente attaversa il moderno ponte con una certa nonchalance.. suvvia, che sara' mai? Passiamo pure noi, amici.



Cara mamma, scusa se facevo la faccia scocciata se da quando avevo 3 anni e almeno per un lustro mi hai raccomandato continuamente di guardare dove mettevo i piedi mentre camminavo... sicuramente avevi previsto che un giorno sarei passato da qua. Ed effettivamente il ponte offre delle viste bellissime sul fiume Sixaola, visto da un'angolatura particolare, che mi sarei sicuramente perso.


E comunque sono stato attentissimo: ho individuato un americano abbastanza rotondeggiante con camicia hawaiana e mettevo i piedi esattamente dove li metteva lui: praticamente usavo il pingue amico come i prigionieri che vengono spinti avanti in modo sgarbato per i campi minati nei film di guerra, a salvaguardia degli aguzzini che stanno dietro. Un'altra signora che soffriva di vertigini si aggrappa ad un pilone e non lo vuole mollare piu', dopo l'ho vista sana e salva a Panama pero'.




Ed in effetti poteva andare peggio: poteva piovere per l'aggiunta di sdrucciolevolecita' alla questione, poteva sbucare un mostro marino dagli abissi del Sixaola, un balrog a bloccare il passaggio, o un treno che aveva sbagliato strada. Oppure il mio apripista personale avrebbe potuto fare leva su un'asse traballante e scaraventarmi a mo' di catapulta a Guabito senza passare dalla dogana ne' dal VIA.




Ed eccoci arrivati sani e salvi a Guabito. La parte peggiore e' farsi controllare il passaporto, soprattutto quando i computer panamensi che somigliano a quelli che vedevo alla fine degli anni '80 a casa di Giovanni decidono di andare in tilt e l'impiegato mentre aspetta che qualcuno gli risolva il problema si va a prendere un'aranciata. Le imposte per l'ingresso nel paese si pagano in un ufficio a parte, e vi do una dritta per la prossima volta che passerete da Panama al Costa Rica: sembra che il tipo che raccoglie i soldi delle imposte sia un dormiglione ed apra l'ufficio un'ora dopo l'apertura del ponte, quindi se andate la mattina presto potete svignarvela da Panama senza pagare la tassa d'uscita, come ho fatto io. Ma mi raccomando, poi sul ponte casco ben allacciato, luci accese anche di giorno, e prudenza..sempre!
 

10 luglio 2013

Diario di viaggio, part 2: Vecchi nemici

Cari amici,

ci sono varie ragioni che spingono le persone a viaggiare: staccare la spina, divertirsi, conoscere posti nuovi, vedere paesaggi / citta' / monumenti di cui sentiamo parlare da sempre. Per me uno dei motivi principali e' vedere come le cose possano funzionare in modo diverso in altri luoghi, a seconda di come l'uomo si sia adattato alle condizioni climatiche e alle risorse disponibili, e di come nel corso dei secoli abbia plasmato, sfruttato, influenzato ed amato il territorio intorno a lui ed i popoli che lo abitavano. Poi, a volte, ci sono esperienze che un viaggio ti regala che non ti saresti mai aspettato: in questo post vi voglio raccontare di come sono riuscito a fare pace con una mia acerrima nemica di sempre. 

Da decenni non ci fidavamo l'uno dell'altra, ci guardavamo in cagnesco e ci evitavamo il piu' possibile. Se la incontravo facevo finta di non vedere o cambiavo strada, non ne sopportavo il carattere acido e troppo deciso, e la sua tendenza ad essere dappertutto, soprattutto in Germania. 

Ed in questo viaggio ti ho finalmente capita: non e' vero che sei acida, e' che ti rendono cosi'. Mia cara ananas, ti ho scoperta a 32 anni! Quante maledizioni ti ho mandato quando in Germania ti ho trovata nascosta in un apparentemente innocuo toast prosciutto e formaggio! O quando ti vedevo distribuita tagliata in modo grossolano sulle pizze dei miei commensali!

Alcune cose non arrivero' mai a capirle, e adesso non ti dico che ti voglio bene, ma ti rispetto profondamente e sento che anche tu sei piu' dolce nei miei confronti. Anche i miei rapporti con le tue cugine papaya e maracuja sono migliorati notevolmente, e spero che tu non ne sia gelosa... dopotutto ho capito che non ti avevo mai veramente assaggiata in vita mia.


 

9 luglio 2013

Diario di viaggio, part 1: Introduzione alla valuta del Costa Rica

Cari amici,
 
Nonostante i suoi difetti e la sua natura bicefala, non si possono non apprezzare le grandi qualita' dell'Euro. E voi sapete bene quale sia quella principale: dopo esserci assuefatti al cambio 1 Euro = 1936,27 lire, noi italiani possiamo continuare a pensare tranquillamente in lire non solo in Italia, ma anche in Germania e in tutti gli altri paesi della UE, con ovvi vantaggi. E' piu' difficile cadere vittima di truffe e commercianti disonesti, perche' 20 Euro non sono molti ma 40 mila lire sono un sacco e io mo te le scucio senza ripensarci 7 volte. E poi il cambio da pesetas a lire non era proprio un gioco da ragazzi...

Bene, in questo post vorrei aggiungere alla lista di valute amiche il colon del Costa Rica. Mentre la conversione in Euro viene un po' difficile, per convertire i colones in lire basta moltiplicare per 3. E quindi, cari amici, vi consiglio di farvi un viaggio in Costa Rica: potrete tranquillamente continuare a pensare in lire anche li', ed avrete la sensazione che il tempo si sia fermato. 

E poi che dire di queste banconote? Sono colorate, ed anziche' edifici inventati hanno 'ncopp le effigi di simpatiche scimmie, tucani, banane e quant'altro: io me ne sono innamorato subito. Per esempio, questa sarebbe un'inedita banconota da 15.000 lire:


Ai vecchi tempi ci sarebbe bastata per il cinema, una pizza e una birra. Adesso non basterebbe nemmeno per il primo. E poi ci sarebbe anche la banconota da 1000 colones, cioe' 3 mila lire: giusto giusto quello che serviva per comprare un panino tutta salute alla fiera di S. Antonio. Ve lo immaginate....? "Papa', dammi un tucano verdeoro che vado a comprarmi un panino porchetta, nduja e peperoni.." "Ma certo figliolo, che comodita', devo solo porgerti questa banconota e non mi devo preoccupare di chiederti il resto". Questo parallelismo e' corroborato dal fatto che in Costa Rica con una banconota da 3 mila lire puoi comprare tranquillamente un appetitoso taco di pollo. Quindi due domande mi sono sorte spontanee in questo viaggio fin dal primo giorno:
  1. Perche' invece di 'sto Euro non siamo passati al colon?
  2. Ma e' possibile che in tutto il mondo si mangi meglio che in Germania?
 A presto e scusate il noioso volo pindarico nel mondo della finanza che in genere aborrrrro, ma si tratta di problematiche di una certa importanza per il sottoscritto (soprattutto la seconda che non mi fa dormire la notte).

Diario di viaggio - Prologo


 "30 giugno 2013. Sveglia alle 6:45. Mentre Turuzzo si fa la doccia e si lamenta che l'acqua è fredda, io studio l'itinerario della giornata. Ho un senso di pesantezza dovuto alla peperonata del giorno prima, ma mica posso fermare la vacanza per questo, devo stringere i denti. Fuori c'è il sole, alla faccia di meteo.it e delle sue menagramate. Facciamo colazione con kellogs, yogurt, uova fritte e pancakes, sara' una lunga giornata e dobbiamo immagazzinare grandi quantita' di energia a combustione rapida. Alle 8:10 ci dirigiamo verso... "

Adesso alzi la mano chi non ha mai dovuto leggere in modo coatto un diario di viaggio del genere scritto da un amico o un conoscente..oppure sciropparsi 1500 foto di un viaggio a Formentera delle quali 500 sono tramonti ed altre 500 gente che beve cocktail.

Sarei tentato pure io di scrivere una roba simile e farvela leggere SeNoCiRestoMale sghignazzandomela alla grande, cari amici e amiche. Ma siccome ci vorrebbe troppo tempo, vi beccherete invece degli appunti di viaggio soggettivi, in ordine sparso e soprattutto totalmente futili e superflui.

Tanto se volete sapere che c'è in Costa Rica o a Panama c'è Google, ormai lo sanno usare tutti, pure mamma che lo pronuncia Goh-ogle.

22 febbraio 2013

Il Purgatorio

Ecco un piccolo aneddoto che ho inviato per l'iniziativa "150 anni del Liceo F. Fiorentino di Lamezia".

Correva l’anno 1996 o 1997, e noi frequentavamo la II B. Non chiedetemi informazioni piú precise, accontentatevi che pure io sto crescendo e la memoria non é piú quella di quando stavo tra i banchi.

Come ogni settimana ascoltavamo a tratti curiosi, a tratti annoiati, a tratti incantati il professor Lagoteta che ci svelava i dettagli di un'opera scritta tanto tempo fa in volgare, che se volete dare un Nobel a Benigni io sono d’accordo, però il primo che ci ha fatto appassionare a quell’ambiente fantastico, a quei personaggi e al suono di quella lingua è stato lui. Durante la lezione il prof aggiungeva al tutto una certa aura di sacralità con la sua caratteristica erre moscia, e in quel momento stava dicendo più o meno così:

„E cosí Vivgilio che fa? Decide di intevvenive vivolgendosi con tono…“. Il professore si interruppe. Se alla sua posa immobile e ai suoi occhi sgranati si fosse aggiunta una coda maculata, rivolta all'insú a fare capolino da dietro le sue spalle, l’immagine del leopardo che aspetta il momento giusto per balzare sulla preda sarebbe stata completa. Ma il prof non si stava affatto appostando né stava pregustando filetti di animali selvatici: era semplicemente rimasto di stucco. Siccome nella stanza non c’erano basilischi né Meduse (anche se nei miei ricordi c’erano molte arpie, l’etá che “le femmine sono tutte cretine” non era del tutto alle spalle, almeno per noi maschiacci), era facile capire che il prof fosse rimasto impietrito dalla sorpresa di avere visto qualcosa di fuori dal normale.

L’arcano fu presto svelato dall’urlo: “LONGOOOOO!!”, che improvviso fece sobbalzare tutti sulla sedia, contribuendo a rinforzare l’atmosfera dantesca che giá si era ricreata in quel silenzio surreale degno delle gesta narrate fino a quel momento. Se tutti erano scossi figuriamoci Antonio, che era la causa sia dello sbigottimento del docente, sia del sopraggiunto silenzio (che ricordava quello nostro quando conoscevi quella ragazzina che ti piaceva e dopo due minuti non sapevi piú che dirle), sia della quantitá anormale di decibel che aveva riempito l’aula fino all’ultimo banco, dove stavolta mi dispiaceva di stare seduto con Raffaele e Lorenzo visto che non avevamo una poltronissima sull’avvenimento.

Riavutosi dallo shock, il prof iniziava ad assumere sfumature aragosta ed incalzava: “Longo, in 30 anni d’insegnamento non mi é mai capitata una cosa simile! Dovmive duvante la lettuva della Divina Commedia! Ma-ma-ma…ma io non lo so! E al pvimo banco poi…“

Ed effettivamente Antonio stava bel bello in prima linea, praticamente a portata di copia di Repubblica arrotolata e/o di cucchiara di legno dalla cattedra (di ambo le cose il prof era in quel momento per fortuna sprovvisto), e aveva deciso bene di schiacciare un pisolino. Con la testa appoggiata sulle braccia, riscaldato dal sole primaverile che entrava dalla finestra, sembrava alquanto indifferente alla fatica disumana che Dante e Virgilio stavano facendo in quel momento per scalare quella montagna nebbiosa, che altro che le imprese di Messner. E poi, se vogliamo dirla tutta, Dante é molto piú italiano di Messner che alla terza birra non riesce piú a parlare la nostra lingua: all’inizio infatti volevano fargli fare la pubblicitá della Moretti, poi sono stati costretti a ripiegare sull’acqua alpina, che comunque la Calabria é meglio e ha il residuo fisso a 180° piú basso. Sto divagando, la testa non é piú quella di una volta, ve l’ho detto...

La risposta arrivó pronta: “Prufhissú, scusati, ma iu tiagnu u suli nta a fhacci, u termosifhoni allu cantu appizzatu, vua ca parratia mia mi gira lla capu!“. Ed anche se a quel punto una risata generale contribuí a sciogliere la tensione, sembrava che Antonio avesse peggiorato considerevolmente la sua posizione, e “ma come gli viene in mente”, e “Antó statti citu”… ma a quel punto mi resi conto di qualcosa. Il prof continuava sí a brontolare che erano cose incredibili, e che come si poteva concepire una cosa del genere, e che in 30 anni di insegnamento… ma si vedeva che sotto sotto anche lui rideva sotto i baffi, e che si stava divertendo come tutti noi ragazzi. E che la pur necessaria barriera tra noi e lui si era in quel momento assottigliata. 

In quegli anni eravamo ancora in quell’etá in cui non ci si rende conto che il cammino guidato della scuola é destinato ad interrompersi bruscamente. Che anche noi come Dante e Virgilio salivamo su una collina giorno per giorno, anno dopo anno, per poi arrivare in cima ed essere spinti giú da un burrone da qualcuno con le parole: “Adesso, mio caro Cerra, arriva la vita vera, e questa sui libri non gliel’abbiamo spiegata. Buona fortuna e spero che l’impatto non le fracassi del tutto le ossa. O davvero considerava l’interrogazione il giorno dopo, la ragazzina che non le si fila e il tamarro sul corso gli unici ostacoli tra lei e la felicità? Muahahahah”.

Anche se, a rifletterci su, la visione di questo oscuro nonché antipatico personaggio sghignazzante non é del tutto vera: in effetti di questa famosa “materia” non v’era traccia né nell’orario provvisorio né in quello definitivo, ma ogni giorno a scuola si cresceva in altri modi. Si imparava ad essere uniti, come ci insegnava il prof. Gabriele, a prendere decisioni insieme e insieme fare le piccole battaglie quotidiane. Ci si sensibilizzava verso quello che ci succedeva intorno, e in questo ci dava un grande aiuto la cara professoressa Riga. Si mettevano da parte ricordi che inevitabilmente mettono il sorriso a distanza di anni. E i piccoli aneddoti di ogni giorno, le azioni e le reazioni di compagni che diventavano amici, di professori che temporaneamente assumevano il ruolo di nemici, hanno contribuito a fare di tutti noi alunni quello che siamo oggi. Ed anche per questo ho voluto raccontare questo mio piccolo ricordo, per restituire al liceo classico una frazione di tutto quello che il liceo ha dato a me.  

Adesso so di avere imparato una lezione anche quel giorno, ma non saprei spiegarvi con precisione quale. Forse che quando tutte le avversitá si accumulano é lecito alzare bandiera bianca e prendersi un momento per recuperare il fiato. Oppure che dobbiamo sempre essere noi stessi qualunque cosa pensino gli altri di noi. O che Morfeo esiste addirittura da prima del sommo poeta. Oppure che quando sei nei guai, se sorridi al tuo nemico, anche lui magari sorriderá a te. Ora, se il prof. Lagoteta sta leggendo questa storiella, devo precisare a scanso di equivoci che ho utilizzato il termine “nemico” perché, con tutto il bene che volevamo al prof di cui conserviamo un ottimo ricordo, é inevitabile tra i banchi un certo cameratismo tra gli alunni che vedono il corpo docente come un’armata delle tenebre, che ha come unico scopo quella di limitare le libertá personali e il tempo libero dell’individuo, metterne alla prova il sistema nervoso, e riuscire a trovare durante le interrogazioni l’unica cosa che non ti eri studiato perché cominciava la partita e allora chiudiamo ‘sto libro. Ma guarda un po’, sto divagando ancora. Cosa dicevo? Ah, la lezione che ho imparato quel giorno… dentro di me so qual é, ma non riesco a dare forma alle mie idee adesso. Veramente ci rifletterei su un altro po’, ma fuori c’é un sole cosí bello. E poi qualche sberto ha deciso di lasciare il temosifone appizzato…